COMUNE DI CENTO

Assessorato alla Cultura


In collaborazione con


COMUNE DI FERRARA

Assessorato alle Istituzioni e Politiche culturali

Centro Etnografico Ferrarese




FERRUCCIO GARD

INFORMALI GEOMETRIE DEL SACRO

a cura di

Roberto Roda e Isabella Falbo


Cento

Auditorium San Lorenzo

15 novembre - 8 dicembre 2008

orari: venerdi 15.00-18.30 sabato e festivi 10.30-13.00 e 15.00-18.30


Inaugurazione

Sabato 15 novembre , ore 17.00



COMUNICATO STAMPA




Si inaugura sabato 15 novembre 2006, alle ore 17, presso L’auditorium San Lorenzo di Cento in provincia di Ferrara la personale di Ferruccio Gard, Informali geometrie del sacro,  protagonista di primo piano dell’astrattismo italiano contemporaneo.


La mostra di Ferruccio Gard all’Auditorium San Lorenzo di Cento (FE) presenta in parete un numero contenuto di opere, ma la scelta dei curatori consente una panoramica analitica e per molti versi abbastanza esaustiva del percorso creativo dell’autore: vi sono le opere più datate del periodo cinetico, le successive “esplosioni” cromatiche e le più recenti “macchie di colore”dove l’esperienza dell’astrattismo si fonde interagendo con quella dell’informale. Ora, proprio la sinteticità del percorso centese e le caratteristiche dello spazio espositivo (San Lorenzo in quanto architettura religiosa favorisce una visione del tutto particolare e persino simbolica delle opere) consentono al visitatore, di cogliere l’intima coerenza dell’evoluzione artistica dell’artista. 


Quando le fissiamo intensamente, tutte le forme di Gard (siano esse cinetiche o informali) sembrano cominciare a muoversi. Dopo aver soffermato lo sguardo  sul quadro, si sente l’esigenza di chiudere gli occhi e lasciare che la nostra immaginazione possa lanciarsi negli infiniti spazi infiniti siderali. Ci sembrerà di essere immersi in  vortici fluttuanti, in esplosioni stellari, in lenti movimenti caleidoscopici. Potremo immaginare, sulla base della nostre propensioni musicali, di vedere forme e colori danzare sulle note di austeri  canti gregoriani, di struggenti sinfonie romantiche o di liquidi ritmi  “progressive”. Se riapriamo gli occhi, il quadro di Gard che abbiamo davanti ci apparirà  infine come un oggetto diverso non più una pittura, ma piuttosto uno schermo su cui viene proiettato un coinvolgente spettacolo son et lumière. Non è un caso che i titoli di molte opere gardiane inneggino alla musica (Pentagramma, Melodia cromatica, Concerto…). Guardare un’opera di Gard può diventare un’esperienza ipnotica, a tratti psichedelica, persino mistica e spirituale come sostiene questa mostra centese intitolata INFORMALI GEOMETRIE DEL SACRO e non a caso allestita nello spazio di una ex chiesa. 

Ecco allora che sorge spontaneo un dubbio: l’origine dell’arte di Ferruccio Gard va davvero cercata nei padri dell’astrattismo, Mondrian, Kandinskij, ecc. che egli ama ed esalta quando parla di sé  con quell’estrema proprietà di linguaggio che gli deriva dall’essere anche qualificato giornalista oltre che valente artista? Non sarà  invece che l’archetipo visivo su cui Gard continuamente agisce moltiplicandolo, metamorfosandolo, vada trovato più vicino a noi, magari nella multimedialità degli anni sessanta del ‘900, in quella che fu detta per l’appunto iconografia “pop-psichedelica” e dove alla fine si ritrovarono sintonizzate cose molto diverse come le musiche dei Pink Floyd di Umma Gumma e Atom Earh Mother e le   sequenze cinetiche a cui Stanley Kubrick sottopone l’astronauta (e gli spettatori) alla fine del  film 2001 Odissea nello Spazio.

L’ipotesi è meno peregrina di quanto si possa pensare. Gard è nato nel 1941 e appartiene alla generazione che ha segnato e  fatto grandi  gli anni sessanta. Che Gard artisticamente abbia subito l’imprinting del favolosi sixty sembra confermato dalla ricorrenza nelle sue opere di particolarissimi abbinamenti cromatici che inneggiano alla fluorescenza e alla stesura “serigrafica”: gli sposalizi fra i rosa accesi, gli azzurri pieni e gli arancioni che flirtano col beige, ci sono stati insegnati da  Warhol e Wesselmann. Non si fa torto a Ferruccio Gard, né gli si toglie nobiltà artistica, se si ipotizza che la sua pittura sia, alla fine,  in debito con la Pop Art e con l’Arte psichedelica e non solo con l’amato Astrattismo. Forse bisognerebbe cominciare ad accettare l’idea che per la generazione artistica di Ferruccio Gard e per  quelle venute dopo Andy Warhol o magari Stanley Kubrick, hanno avuto nell’immaginario condiviso un peso ben più rilevante di Mondrian o di Kandinskij. A dispetto delle apparenze, dei comprensibili innamoramenti intellettuali e senza nulla togliere all’innegabile gigantismo delle Avanguardie della prima metà del Novecento ( Roberto Roda).




L’artista


Piemontese di origine (è nato a Vestignè nel 1941) ma veneziano d’adozione (risiede in Laguna dal 1973), Ferruccio Gard, è considerato un maestro del colore e uno dei protagonisti dell’astrattismo contemporaneo. Ha partecipato su invito a  ben quattro Biennali di Venezia. La mostra di Cento cade in un momento di intensa attività dell’artista, celebrato anche all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles con una ampia personale e presente a Praga nella grande rassegna che la Galleria Nazionale ceka d’Arte Moderna ha dedicato all’arte cinetica internazionale.


La sede espositiva

Auditorium San Lorenzo

Piazzetta Cardinal Lambertini


E’ una delle più interessanti realizzazioni dell’architetto centese P.A Cavalieri e del barocco a Cento. Dopo i restauri compiuti negli anni Sessanta dalla Soprintendenza ai Monumenti di Ravenna e del Patrimonio degli Studi di Cento, la chiesa è stata adibita ad Auditorium.

Costruita negli anni 1765-1773, in luogo di un piccolo oratorio del 1738, dedicato allo stesso Santo, era annessa al Collegio tenuto dai Gesuiti. Divenne in seguito alla soppressione della Compagnia (1773), parte del Collegio Seminario Clementino e quindi, nel 1870, proprietà del Patrimonio degli Studi.

Interessante è la concava facciata, impiantata su due ordini, che fa da fondale alla piazza antistante. L’interno è tipico delle chiese settecentesche ad una sola luminosa navata con transetto a cupola e presbiterio a colonne sporgenti. I due vani laterali delle cappelle vengono a costituire altrettante pseudo-navate che dilatano lo spazio della navata vera e propria.

La zona presbiterale accoglie lo spazio del transetto preceduto da arco trionfale; sullo sfondo la bella ancona realizzata con l’utilizzo di colonne corinzie, con angeli e volute di raccordo alla cimasa.